Chi sono i più famosi wine writers italiani? Le penne più intriganti, appassionate, raffinate, rivoluzionarie o irriverenti si raccontano in una serie di interviste che svelano curiosità e aneddoti di vita quotidiana.
Roberto Giuliani, figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
“Ogni bambino è un’artista. Il problema è poi come rimanere un’artista quando si cresce.” (Pablo Picasso)
Sei cresciuto tra musica e libri. L’arte come eredità è stata una fonte di ispirazione per la tua vita o una forma naturale di libertà?
Direi
ambedue le cose. Già all’età di 13 anni, avevo l’abitudine di uscire di nascosto poco prima dell’alba e girare per le vie di Roma con una radiolina impostata su
The Voice of America, un canale
statunitense che trasmetteva jazz fantastico. Cinquanta anni fa percorrere le strade
del mio quartiere non era pericoloso, mi divertivo ad osservare la città che
prendeva vita osservando i corrieri, i postini, i fattorini dei mercati rionali
impegnati nei loro rituali gesti di mestiere. Si viveva più sereni ed io ero un
ragazzo felice. In seguito, con gli anni
a venire, ho vissuto in parallelo il senso di libertà e la passione per arti e lavori
che sarebbero poi diventati l’oggetto del mio impegno futuro.
“Si usano gli specchi per guardarsi il viso e si usa l’arte per guardarsi l’anima.” (George Bernard Shaw)
Considerando la tua passione per l’arte fotografica, cosa vedi di te riflesso in uno specchio e cosa in un tuo scatto fotografico.
Allo
specchio vedo un uomo irrequieto mai soddisfatto ma sempre pronto a reagire ai momenti di difficoltà attraverso viaggi, racconti fotografici o narrazione
di luoghi e persone soprattutto legate al mondo del vino. Dei miei scatti amo, in
modo particolare, i paesaggi ma sono compiaciuto anche quando, con il mio occhio
fotografico, riesco a cogliere l’anima di chi ritraggo svelandone una parte
più intima e nascosta. La fotografia per me deve avere una capacità evocativa,
un alto contenuto comunicativo e possedere il dono di suscitare emozioni e ricordi.
“I computer sono inutili. Essi possono dare solo risposte.” (Pablo Picasso)
Dal tuo lavoro di informatico alla tua passione per il vino. Come sei approdato in questo mondo così singolare?
Di fatto il vino mi ha accompagnato tutta la vita ma ho sentito il desiderio di approfondire la conoscenza solo negli anni '90 frequentando un corso di sommelier AIS e poi cogliendo al volo l'opportunità di collaborare con Maurizio Taglioni alla realizzazione di Lavinium. La mia capacità di informatico mi ha permesso di divulgare attraverso il computer i contenuti del magazine al meglio.
“Camminare con quel contadino che forse fa la stessa mia strada, parlare dell’uva, parlare del vino che ancora è un lusso per lui che lo fa.” (Rino Gaetano)
Scrivere di vino è camminare per le vigne, raccontare, scoprire, viaggiare, studiare. Hai un ricordo particolare che vorresti condividere con i lettori?
Difficile
raccontare una sola esperienza delle tante che mi hanno fortemente coinvolto. Quello
che posso dire è che il Piemonte e in particolare le Langhe sono stati
in qualche modo la culla del mio amore per il vino e soprattutto per il
nebbiolo, un vitigno che a mio avviso ha qualcosa di veramente unico e
inimitabile. Se devo citare qualcuno che più di ogni altro mi ha fatto sentire
a casa condividendo l’ottimo vino, il buon cibo, la musica e la scrittura è Alfonso
Rinaldi, un piccolo ma immenso vignaiolo interprete magnifico dell’Erbaluce
in quel di Suno, nel Novarese. Alfonso è davvero speciale, da sempre innamorato
perso per il rock dei tempi dei Led Zeppelin, Deep Purple e Gun’s and Roses. La
sua casa è un museo di oggetti e immagini legate a quell’epoca musicale e non c’è giorno che non abbia indosso una maglietta che ritragga uno dei gruppi
che lui predilige. Con lo stesso amore si è dedicato alla sua vigna “Costa di
Sera dei Tabacchei” per oltre trent’anni, dalla quale ha ricavato un solo straordinario vino del cui valore è stato sempre inconsapevole, tanto da
averlo venduto a prezzi davvero irrisori. Ma lui è così: un puro e non gli
interessa la notorietà o aumentare i profitti. E’ felice quando la gente apprezza
il suo vino e si reca da lui per acquistarlo. Punto. Con lui ho festeggiato i miei 60
anni e i suoi 80.
“Il prossimo anno la ripresa. Proprio adesso che ci eravamo abituati alla crisi!” (Fabrizio Caramagna)
Tra un conflitto bellico ancora in corso e prezzi energetici che aumentano, il mondo del vino è in continua tensione. Quali sono oggi le opportunità e quali le problematiche da affrontare.
So di
andare contro corrente ma io ritengo che invece di deridere colui che ha
proposto una decrescita felice (Serge Latouche) bisognerebbe riflettere sui danni che sta
facendo questo consumismo dissennato e senza limiti che, purtroppo, ha
abbracciato anche il mondo del vino. Basti pensare, anche nel nostro Paese, a
quanti territori sono stati letteralmente trasformati in monocoltura. Oggi si
produce vino per venderlo in tutto il mondo: in Cina, in Giappone, in Vietnam,
in Russia, in India. La visione collettiva è questa: nascono nuove realtà ogni
giorno e tutte con mire espansionistiche. Il vino non è un’automobile, è un
prodotto della terra e come tale richiede rispetto e soprattutto una diversa
visione. La vite deve vivere in un ecosistema sano, per fare questo non si
possono creare colline dove non ci sono, non si possono sfruttare terreni fino
a distruggerne la loro esistenza per mero scopo redditizio. Eppure questo è ciò
che sta accadendo in molti territori. Ci siamo talmente abituati a vivere così
da considerarlo normale e giustificabile. La storia ci insegna che tutto si
espande e si contrae. Questo non va mai dimenticato e l’idea di poter
trasformare a piacimento un paesaggio in base alle esigenze del momento è
folle. Qualunque conflitto esista sul pianeta è legato sempre alle stesse
ragioni, il desiderio di appropriarsi delle risorse degli altri. Il mondo del
vino è in tensione? Si cominciasse a riflettere se questo modello può essere
portato avanti ancora, senza conseguenze drammatiche per tutto il pianeta.
“Il vino fermenta. La stupidità mai.” (Proverbio russo)
Ti è mai capitato di incontrare e, dunque, gestire la stupidità di qualcuno sulla tua strada?
Per
fortuna solo in modo molto marginale. Ma non ho mai permesso che la stupidità
degli altri mi danneggiasse impedendomi di perseguire i miei sogni o i miei
obbiettivi.
“In questa vita bisogna essere un po’ Santi e un po’ Eroi.”
(Eduard Leon Word)
Se potessi scegliere un superpotere quale vorresti?
Ho già un superpotere: riesco a trovare sempre una energia
vitale e ottenere soluzioni concrete quando devo affrontare e risolvere
difficoltà e momenti difficili. Li supero in positivo grazie alla mia
personalità creativa e ad un carattere determinato. Una eredità che sicuramente
devo a mia madre che a quasi 96 anni ha ancora voglia di scrivere racconti.
“Una bottiglia di vino contiene più filosofia che tutti i libri del mondo.” (Louis Pasteur)
Qual è la bottiglia con dentro tutta la tua filosofia di vita?
È difficile rispondere e scegliere tra le varie aziende e bottiglie straordinarie.
Però posso confermarti che il nebbiolo ha, in assoluto, un altissimo livello
di gradimento. C’è qualcosa di affascinante e misterioso in questo vitigno che
pervade tutti i miei vasi sanguigni anche quelli più periferici e ci riesce in
Langa come in Valtellina, a Carema come a Boca o in Valle d’Aosta. I migliori
riescono davvero a farmi sentire in uno stato di grazia, in perfetta sintonia con
le mie emozioni più profonde.
“Sono interessato al futuro perché vi passerò il resto della mia vita.” (Charles Franklin Kettering)
Dove pensi di passare il resto della tua vita?
Al momento, per ragioni familiari, non progetto grandi cambiamenti. Mi piacerebbe, tuttavia, una vita più itinerante, mi sento più cittadino del mondo che bisognoso di mettere radici. Anche se, ammetto, amo molto tornare nei luoghi che mi hanno emozionato.
Non tutti sanno che …
Che il silenzio è un bene prezioso e sempre più raro. E' il respiro dell’universo, lo abbiamo cancellato dalla nostra vita, non possiamo più ascoltarlo, nemmeno chiusi in casa con tutti i dispositivi e la domotica che ci circonda. Eppure senza di esso la musica non esisterebbe. La musica è il vino che riempie il calice del silenzio. (Fripp) Mi piace ricordarlo.
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