Chi sono i più famosi wine writers italiani? Le penne più intriganti, appassionate, raffinate, rivoluzionarie o irriverenti si raccontano in una serie di interviste che svelano curiosità e aneddoti di vita quotidiana.
"In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita." (Gustave Flaubert)
Dalla tua laurea in economia e commercio al mondo del vino. Come ci sei arrivato? Quanto ti appassiona questo lavoro?
Due cose apparentemente scollegate ma in realtà il mondo del vino (e quello più in generale dell’enogastronomia) è servito in un primo momento da rifugio dal mondo dei numeri. Poi gradualmente ha riempito le mie giornate fino a rappresentare per me, ormai da tanto tempo, una professione che svolgo con la passione e l’entusiasmo ancora degli inizi, nonostante aver ben chiaro che anche questo ambiente è uno spaccato della società, con gli stessi problemi, con gli stessi pregi e difetti di altri ambiti.
“La concretezza è spesso silenziosa, non ha bisogno di inutili parole.” (F. Caramagna)
Ti conosco come un uomo concreto, attivo e pieno di iniziative. Un carattere che hai ereditato o lo hai costruito con l’esperienza?
Penso di averlo ereditato un po’ da mio padre, anche se a me basterebbe essere anche solo un quarto di quello che è stato lui (per me esempio inarrivabile di intraprendenza, abnegazione e dedizione al lavoro e alla famiglia). Poi sicuramente anche l’esperienza aiuta. Ho sempre pensato che più fai e più hai voglia di fare.
"Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni." (Leonardo Da Vinci)
C’è un luogo magico nella tua vita che si chiama Sardegna. È proprio lì che si trovano homini felici e vini buoni?
Sì è esatto, c’è qualcuno che soffre di mal d’Africa, io soffro del mal di Sardegna, e cambio umore ed inizio a perdere la dimensione del tempo ogni volta che scendo dal traghetto, metto i piedi sull’Isola e respiro quell’aria fatta di macchia mediterranea e di tanti profumi, che cambiano durante la giornata. Terra di persone fantastiche, legate alle origini ed alle tradizioni, di diffidenza che si trasforma poi in grande ospitalità. I vini, poi, hanno raggiunto vette qualitative incredibili, ottenuti nella stragrande maggioranza dei casi nel rispetto del territorio e della natura.
“Nulla è più complicato della sincerità.” (Pirandello)
La sincerità nel tuo lavoro di giornalista è necessaria. Il confine tra pubblicità e notizia è sempre percettibile? Come si gestiscono gli sponsor in un magazine di vino? È vero che, per questa difficoltà, non esiste un giornalismo del vino?
Iniziamo dall’ultima domanda. Fortunatamente il giornalismo del vino esiste eccome, nonostante alcune recenti polemiche che però spesso nascono da particolari pulpiti.
Si fa molta confusione tra testate giornalistiche registrate (qual è Vinodabere, da me diretta) e blog.
Credo in ogni caso che anche su questo punto si misuri l’autorevolezza di una testata giornalistica. I lettori non sono affatto stupidi e sanno comprendere il confine tra recensione e marchetta ed alla lunga la professionalità premia.
"L’unico rimpianto della mia vita è di non avere bevuto abbastanza vino." (Hemingway)
Il tuo lavoro è fatto per lo più di viaggi, concorsi, degustazioni e assaggi. La tua esperienza in campo è vastissima. Il mondo della produzione del vino è cambiato in questi ultimi anni? E la acclamata identità oggi è un valore aggiunto o prioritario?
Direi che, almeno in Italia, è cambiato il gusto e di conseguenza lo stile di produzione, che ricerca sempre più vini eleganti e di facile bevibilità, talvolta a scapito di struttura e complessità. Mi auguro che l’identità e la territorialità diventino sempre più (ed in parte è già avvenuto) parole concrete e non di propaganda.
“Crisi significa semplicemente che devi scegliere: non hai più scuse per rimandare o arrabattarti nel tuo mondo.” (F. Caramagna)
La crisi è mondiale. Forniture di vetro a rischio, fonti energetiche rincarate, conflitto bellico alle porte. In questo quadro infelice cosa non dobbiamo più rimandare e come si tutela il mondo del vino?
Non faccio il politico e non ho ricette da suggerire pur essendo un attento osservatore dei fenomeni in atto.
“Il segreto per essere un buon viaggiatore è amare un posto prima di arrivarci”. (F. Caramagna)
C’è un viaggio o una vacanza che non dimenticherai mai?
Andalusia nel 2002, un fantastico giro nella parte più a sud dell’Europa Continentale con una luce d’Africa (data la vicinanza), le splendide città di Granada e Cordoba e gli straordinari vini ossidativi di Jerez.
“Quelli che rinunciano sono più numerosi di quelli che falliscono.” (Henry Ford)
A cosa non potresti mai rinunciare?
Alla mia libertà ed indipendenza di giudizio, ma anche alla scoperta di nuove realtà nel mondo del vino. Pur assaggiando più di diecimila vini l’anno ho sempre da imparare ed il fatto di non esaurire mai la conoscenza di questa materia è forse proprio il motivo del suo grande fascino.
“Una bottiglia di vino contiene più filosofia che tutti i libri del mondo.” (Louis Pasteur)
Qual è la bottiglia con dentro tutta la tua filosofia di vita?
Pur avendo un’incredibile passione per il mondo del vino sono dell’idea che questa materia debba essere trattata in maniera semplice con la finalità di godere appieno del liquido che abbiamo dentro il calice. Parliamo sì di cultura, ma di cultura materiale, perciò associarla ad una filosofia di vita per me è decisamente troppo.
“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!” (Tom Hanks in Forrest Gump)
Qual è la cosa migliore che ti potrebbe capitare ora o in futuro?
Si chiudono porte e si aprono portoni, spesso le cose migliori arrivano da situazioni che non ti aspetti o comunque da individui a cui non pensi. Sarei felice se tutte le persone (per molte già sta accadendo) che hanno contribuito al successo di Vinodabere siano conosciute ed apprezzate per la professionalità con cui operano nel mondo del vino.
Non tutti sanno che…
Sono un inguaribile rompiscatole.
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