Simona Natale: l'Es, l'Jo e il superIo




Se c'è una icona nel mondo del vino al femminile il suo nome è Simona Natale. Anima della prestigiosa azienda vinicola “Gianfranco Fino Viticoltore”, insegna della Puglia d’autore, autrice, con il suo Gianfranco, del più bel racconto del vino del sud : l’Es.  Il suo nome è legato per sempre al miracolo della meravigliosa terra di Puglia che la fortuna le ha dato di possedere, coltivare e abitare.
Una donna “singolare e speciale” come le domande che abbiamo deciso di formulare.


"Come è vero che nel vino c’è la verità ti dirò tutto, senza segreti." (W.Shakespeare)
Simona, come è vero che nel vino c’è la verità mi dirai tutto, senza segreti? Mai avuto segreti nella mia vita. Si dice che la mia faccia ed i miei occhi parlino più della mia lingua e questa non si fa scrupoli ad essere sincera.

Alcuni non diventano mai folli. Il loro vini sono noiosi.” (C. Bukowski)
Quanta follia e quanta razionalità ci vuole per fare fare un vino come l’Es? L'Es di Freud è per sua definizione la passione pura, l'istinto. E' energia vitale. Io e Gianfranco siamo notoriamente due folli ed a questa follia abbiamo dedicato la vita. Ma non ci siamo mai pentiti.


"Il miglior fertilizzante per la vigna è l’ombra del proprietario." (Anonimo)
Quanti giorni l’anno passi tra i vigneti?
In autunno ed in inverno, io davvero molto pochi. Gianfranco invece quasi ogni minuto, mentre in primavera ed in estate ogni giorno che posso sono in vigna. L'alba e il tramonto sono i miei momenti preferiti.

"In una bottiglia di vino ci sono più parole che alcol." (E. Persichetti)
Scegli tre parole per descrivere il tuo vino
Sacrificio, dedizione, amore.

"Sempre pronto a una nuova idea e ad un antico vino." (B. Brecht)
Il prossimo vino?
"I sogni son desideri.." Tutti dovremmo avere sempre qualcosa ancora da realizzare e da sognare. In tema di citazioni: chi si ferma è perduto!
Abbiamo progetti, programmi e novità.

Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini boni” (Leonardo da Vinci)
Fare il vino ti rende felice?
Immensamente felice. Leonardo da Vinci ha detto il giusto: la felicità si trova dove c'è il vino buono. E' qui la felicità, in terra di Puglia dove la vocazione vitivinicola di questo straordinario territorio, ha scritto negli ultimi anni la storia di una regione che si riscatta dalla fama di essere terra di mera produzione di vini da taglio per essere finalmente "terra che diventa vino" di qualità. Sono fiera e orgogliosa e di aver contribuito storicamente a questo passaggio epocale.

"Con addosso solo le mutandine da bagno, scalzo, con i capelli scarmigliati, nel buio rosso fuoco, sorseggiando vino, sputando, saltando, correndo… così si vive." (J. Kerouac)
Quanto ti ha cambiato la vita il vino? 
Nella mia "prima vita" ho fatto l'avvocato ma oggi con il mio lavoro di vignaiola dico sempre a me stessa: "meglio camminare per le vigne che camminare per tribunali". Quando affondo i passi nel vigneto e nella mia terra ritrovo me stessa, la vera dimensione umana e la serenità che non avrei mai avuto con un altro lavoro... cosi si vive! Mi sento fortunata.

"Una botte di vino può realizzare più miracoli che una chiesa piena di santi." (Proverbio)
E il tuo miracolo è già accaduto? Raccontacelo
Il mio miracolo? Ho incontrato Gianfranco in un momento particolare della mia vita in cui sinceramente pensavo di aver scritto due terzi della mia storia, ed invece lui ha stravolto la mia esistenza, l'ha riempita di colore e mi ha coinvolta in questa incomparabile avventura. Ovviamente non è sempre stato tutto rose e fiori, ma ho imparato tantissimo da ogni esperienza di questo lavoro, ho scoperto soprattutto la mia forza. Nei giorni della vendemmia sono instancabile perché la gioia che mi dà è talmente immensa da ripagarmi di qualsiasi fatica.

Gli uomini sono come il vino. Alcuni diventano aceto, i migliori invecchiano bene.” (Papa Giovanni XXIII)
In vita tua hai conosciuto più aceti o grandi vini?
Bella citazione e bella domanda! Ho conosciuto terribili uomini-aceto ma anche grandi-uomini "invecchiati bene". Fa parte del gioco della vita ed è inevitabile. Scontri dialettici, divisioni intellettuali, conflitti geopoliciti, campanilismo. Ma anche tanto sostegno, solidarietà, consenso e amicizia. Tutto questo aiuta a crescere e a costruire il futuro migliore.

 "A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la gente culmina nell'eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere, e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero." (A. Merini)
C’è un lato sexy del vino? 
Il vino rende liberi come la follia, leggeri come i desideri inconsci dei nostri sogni e sensuali perché il vino è passione, è stile di vita che tinge di rosso tutti i nostri sensi.


"Il vino è la parte intellettuale del pranzo." (M. Renault)
E il cibo? Cosa rappresenta nella tua vita?
L'alta cucina ed il vino sono i miei grandi amori. Adoro cucinare ed è anche l'unica cosa che so fare bene in casa. Amo l'arte del ricevere e mi fa piacere ospitare i miei amici e coccolarli con i loro piatti preferiti perché il buon cibo è convivialità e condivisione.

L'America sta diventando una piatta società di vegetariani, astemi e puritani. Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne.” (J. Nicholson)
Non sei vegetariana, astemia e neanche puritana. Grazie al vino hai conosciuto l'amore o sbaglio?
In realtà ho conosciuto Gianfranco perché desideravo fare un corso di vela. Ovviamente non ho fatto neanche una lezione, ma in compenso ho avuto il privilegio di "frequentare" un corso privato di alta formazione enogastronomica e di amore puro. Questo mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze olfattive e gustative assaggiando i migliori tra prodotti e vini di Puglia e dintorni. Utilissimo per il nostro lavoro di vignaioli.

"Come è vero che nel vino c’è la verità ti dirò tutto, senza segreti?(W.Shakespeare)
Simona, come è vero che nel vino c’è la verità mi hai detto tutto, senza segreti? 
No. Ancora non ho detto tutto. In questi anni di lavoro, studio, ricerca, affanni e responsabilità, dove io e Gianfranco abbiamo attraversato e alternato momenti di serenità a quelli di difficoltà, non mi sono mai sentita sola. Questo nostro mondo del vino è una meravigliosa famiglia allargata.
Per mille motivi non ho avuto figli miei, ma quelli dei miei amici sono più che figli per me e loro mi donano immensa felicità.
Io amo il mondo del vino e questo mondo di pazzi mi rende incredibilmente felice!


Massimo Lanini, il canto libero di un bischero "tosco-barese"



Massimo Lanini, manager e imprenditore toscano, cervello in fuga dalla sua regione per la Puglia, dove trova il suo destino e il suo futuro scritto nel vino e nella ristorazione barese. Genio e sregolatezza, direbbe qualcuno, ma chi lo conosce sa che di regole lui ne ha tante e le ha trovate qui, sul mare pugliese, nei muretti a secco della Murgia e negli occhi della sua Flora, compagna di vita e di avventura. “Le giare” ristorante, la vineria, le fiere sono solo l’inizio della storia, ancora tutta da raccontare, di un toscano “naturalizzato” barese. L'abbiamo intervistato a pochi giorni dalla apertura del suo nuovo locale il Canto dei Bischeri, una vineria con cottura. 


Tutte le strade portano in Puglia: tu come ci sei arrivato? 
Ci sono arrivato con la scusa del lavoro, ci sono rimasto con la scusa dell'amore.

Non hai mai perso l'accento toscano. Cos'altro della tua regione ti è rimasto attaccato alla pelle? 
La domanda che mi viene fatta spesso è: cosa ci fa un toscano a Bari? Da questo capisci la dicotomia, orgoglio in casa e sudditanza fuori. Della Toscana mi piace il senso di convivialità e il bisogno di compagnia che si sposa con il calore ormai unico dei sud del mondo. Quello che mi è rimasto più appiccicato addosso è proprio l'assoluta necessità degli altri.

Cosa è il gusto per te? È stato difficile da toscano avvicinarti ai sapori pugliesi?
Il gusto è memoria e ricordo, associazione a luoghi e uomini. Ed è per questo che uno stesso vino, stessa annata, cambia a seconda del tempo, del luogo e della compagnia.

Quanto conta la memoria del gusto ?
La memoria del gusto conta tanto nell'edonismo del buon bere e mangiare. Non dobbiamo avere chiusure mentali verso altre esperienze gustative e sapori nuovi altrimenti, come in molti casi, si continua a bere vini che conosciamo e dalla memoria cerchiamo non emozione ma sicurezza.

Come ha fatto un toscano a diventare protagonista della scena culinaria barese? Che resistenze hai incontrato? 
Protagonista è una parola grossa, riuscire a fare certe cose è una questione di fortuna nel senso che incontri persone appassionate. Al vino devo molto e ai vignaioli ancor di più. Mi hanno educato al tempo e alla fiducia, a servire i vini solo al calice e strappare anni fa la carta dei vini. Non è stato atto pseudo-anarchico e presuntuoso ma figlio del desiderio di trovare il modo di avvicinare le persone a vini anche “diversi” e meno conosciuti. A tal proposito vi dico che Firenze città è messa peggio e che si beve solo toscano e le solite cose. Le resistenze sono tante e tuttora rimangono. E’ italica la diffidenza con chi ti propone a casa tua una cosa diversa dalla tua abitudine.

Parlano i vignaioli: una tua iniziativa che ha avuto molto successo. Cosa è per te il vino naturale?
Nessuno vuol essere manicheo ma un'idea delle cose te la devi pur fare. Negli anni ho sempre più sentito la necessità della piccola dimensione e dell’artigianato del vino del cibo e di tutte le cose in genere. Il nostro è un paese fatto di piccole comunità e la nostra dimensione è fondamentale per "evolvere all'indietro" e rimanere legati alla tradizione in un momento in cui non si può non riconoscere il manifestarsi di una guerra in atto fra noi e le mega multinazionali che omologano di tutto con la standardizzazione di ogni processo e annullamento del caso e dell'imprevisto: ti fanno abituare al cibo preconfezionato con la scusa della sicurezza alimentare.

Hai scelto Antonio Bufi in cucina: cosa ti aspetti da lui? Che mission gli hai dato?
Antonio Bufi rientra nella fortuna degli incontri e dei momenti in cui le strade parallele si incrociano. La sua voglia di tornare in Puglia e l'orgoglio di fare belle cose nella sua terra lo hanno portato a casa nostra che per lui sarà il punto di partenza di quello che realizzerà professionalmente. Siamo personalità esuberanti entrambi, come dire portiamo due paia di occhiali diversi ma guardiamo sicuramente dalla stessa parte.
La sua è una cucina che mi sento di definire naturale, non solo e non tanto per l'idea e proposizione dei piatti ma per l'approccio ai singoli elementi lavorando soprattutto sulla “ricerca”, parola quasi vietata per legge in questo paese. Quindi la mission e' semplice: divertirci e tanto e non da soli, pensando di fare qualcosa di gradito e utile al territorio in cui stiamo vivendo in questo tempo.

La differenza tra la cucina pugliese e la Toscana? Quale ha il gusto più internazionale?
È un paragone forzato nel senso che per scelta di materie prime e dimensione (agricola e mare) sono due campionati diversi. La Puglia "c'ha troppa più roba". La Toscana fino a poco tempo fa aveva piu' mercato. Il fatto che dal punto di vista dei flussi e del turismo la Puglia cerchi di fare come in passato la Toscana mi fa decisamente paura, preferirei rimanesse com'era, senza tanto cabernet sauvignon e petit verdot, diciamolo.

La nuova avventura Lanini Style è il wine bar. Definisci il tuo nuovo progetto in tre righe
La vineria con cucina (apriamo giovedi' 7 Aprile) è di fatto il mio sogno da sempre. Un posto senza orpelli dove c'è il menù dei vini che cambia ogni 20 giorni e la carta dei cibi una volta tanto a servizio del vino. Sarà una sarabanda di mescita al bicchiere fatta dai vignaioli stessi che ormai sono sempre più contenti di venire in Puglia. I piatti sono pensati per dar consistenza all'idea di voler bere cercando come oste di essere non un tramite di prodotto ma di conoscenza. Tra Antonio e me le idee non mancano, adesso dobbiamo consolidare quello che stiamo facendo.

Ristorante, wine bar, fiere del vino, mercatini: che altri progetti stai covando?
Il prossimo passo è quello dell'apertura in centro di uno spazio naturale dedicato agli incontri, alle mescolanze di vini, cibi, libri, musica, cinema, fotografia e tutto quello che secondo me riscopriremo nel nostro umanesimo innato. E il vino è il detonatore migliore che conosco.





Vino e Innovazione Tecnologica

La tecnologia non tiene lontano l'uomo dai grandi problemi della natura, ma lo costringe a studiarli più approfonditamente. (A. de Saint...