Gravner e la ribolla 2010: l'incanto e l'illusione
Sassicaia 2019, nessuna storia è mai perfetta
di Daniel Bargagallo
Mirtillo bruciato ed eucalipto è il saluto di Sassicaia 2019, altro esemplare che va nella direzione di un mercato vorace che non vuol far cantina.Anteprima del Chiaretto 2022, la nuova sfida è la longevità
A tavola o per l’aperitivo un vino che accorda i gusti di tutti è senza dubbio il rosato. Fino a qualche tempo fa bistrattato, ora è sempre l’attore immancabile di ogni cantina che si rispetti. Quello che affascina è il colore (le nuances rosa sono infinite) e la sua capacità di mettere il buon umore per i suoi profumi e la sua freschezza (cromo-aroma terapia in un colpo solo).
In Italia se ne producono numerosi. I più noti sono il Chiaretto di Bardolino, il Cerasuolo d’Abruzzo, i rosati di Puglia e di Calabria.
In molti affermano che i rosati sono la scommessa del vino italiano e che dopo la crisi pandemica, la promozione e il rilancio del Made in Italy enologico siano più che mai necessari.
E’ in questo quadro, di ripresa e di investimento delle risorse, che l’evento dell’Anteprima del Chiaretto 2022 ha aperto le porte al pubblico e alla stampa di settore per raccontate il territorio, il vino e un modello di viticoltura da cui trarre esempio.
All'Istituto Tusini di Bardolino i vini proposti in assaggio sono stati per lo più della vendemmia 2021 con un plus di alcune selezioni affinate uno o due anni in cantina. Inoltre le giornate dedicate al Chiaretto hanno lasciato lo spazio alla masterclass riservata ai vini della AOC Tavel e quella dei Rosée de Terroirs (un vero viaggio tra i rosé francesi)
"Il Chiaretto di Bardolino, nuovo nome
ufficialmente in vigore per la vendemmia 2021, è sempre in crescita".
Lo afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Franco Cristoforetti.
Non è un caso che il Chiaretto di Bardolino ha avuto nel primo bimestre del 2022 una crescita del quasi 27,0 % su base annua. Inoltre nel 2021 escursioni termiche e belle giornate hanno prodotto uve mature e valori di acidità e sapidità ottimali rispetto all’anno precedente. E’ dunque un “vino di terroir” piace sottolineare ad Angelo Peretti, direttore di The Internet Gourmet, perché “va da sé che ogni annata deve possedere un proprio tratto identitario, se il vino ne vuole essere realmente interprete”.
Anche i rosati sanno invecchiare.
Tema affrontato ed stimolante è la longevità del vino rosato. Il microclima, le vigne ben esposte e poco produttive, la stabilità in cantina ne fanno un vino in grado di sfidare il tempo, sfatando il mito che i rosati vanno bevuti solo giovani.
Le orecchiette, il valore della tradizione homemade
di Antonio Amenduni
La pasta fatta in casa è un patrimonio gastronomico e culturale in stile tutto italiano. Un lavoro manuale che si tramanda da secoli, rito ancestrale simbolo di nutrimento e amore.
Una risorsa culinaria non solo pugliese ma anche nazionale sono le mitiche orecchiette (nome legato alla loro forma). Semplicemente semola e acqua impastate e lavorate.
Parte del fascino delle orecchiette è dovuto al mistero della loro origine.
Vintage Collection Satèn 2020: l’arte della Franciacorta firmata Ca’ del Bosco
La Cantina e la Storia Ca’ del Bosco è uno dei simboli della Franciacorta e dell’enologia italiana. Fondata negli anni ’60 da Annamaria Cle...
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