Come ti conquisto l’aspirante sommelier




di Daniel Barbagallo 

Ormai in ogni dove si organizzano corsi di avvicinamento al vino e sempre  più con interesse e curiosità sono frequentati da numerose donne (viva Dio!).

E’ per questo amici che voglio darvi alcuni consigli pratici su come il vino può trasformarvi in autentici latin lover.

Una volta conosciuta la donzella invitatela a cena in un locale con una buona carta dei vini. All’ingresso nella sala cominciate a guardare i tavoli (che molto probabilmente avranno bottiglie importanti) con sufficienza e con quell’aria snob che contraddistingue chi di vino ne conosce bene.

Dopo aver consultato la carta alzate la mano in direzione del sommelier ed ordinate quel vino che l’ultima volta che è stato richiesto c’erano ancora i sesterzi.  

Più sconosciuto è, meglio è.

RICORDATE amici: voi non bevete etichette, avete già superato quella fase della vostra formazione.

E ora arriva il bello. Consiglio vivamente di imparare queste frasi a memoria tenendo bene a mente che in futuro non avrete una seconda possibilità per sembrare dei fenomeni.

Quando vi verseranno il vino per farvelo assaggiare, la vostra compagna, essendo nella fase di studio lo osserverà cercando di capire se il rosso è rubino o porpora e se c’è già l’unghia evoluta.

Voi con estrema non calanche fate un sospiro, guardatela negli occhi poi volgete lo sguardo verso il sommelier esclamando: un bellissimo impatto cromatico che lascia presagire una buona dinamica evolutiva.

E con ogni probabilità lei si starà già innamorando.

Dopo portate il vino al naso e inspirate con delicatezza e guardando il sommelier asserite che va bene e che può versare il vino nel calice.  

RICORDATE: voi non avete bisogno di assaggiarlo. Voi sapete già tutto!

A questo punto siete soli e parlerete del più e del meno raccontando soprattutto delle visite ai più grandi produttori del mondo (anche se non le avete mai fatte) chiamandoli per nome come vostri vecchi amici.

E’ il momento della serata in cui lei comincerà a fare l’analisi organolettica. Consiglio: lasciatela fare e fatele i complimenti.

Nel mentre mettete sul banco un carico da undici aggiungendo alla sua descrizione alcuni sentori assurdi ma precisi: una bellissima nota di noci di macadamia, una sfumatura di ribes provenzale, e a chiudere la partita l’alchechengi.  

E vi assicuro che nessuno sa di cosa odora l’alchechengi nemmeno alchechengi stesso!

State pur certi che ora lei è già pronta a passare il resto della vita con voi.

Ma non è finita qui. Lei, continuando nella degustazione, comincerà  a pensare: secco, caldo, morbido, mediamente persistente e così via.

E’ in questo momento che allungate una mano a sfiorare la sua ed esclamate con voce decisa: questo è un grande vino ma al di là di tutto mi fa impazzire la parabola monodirezionale che disegna in bocca stratificandosi e amplificando pressione e allungo.  

Ora non importa se voi assomigliate a Lino Banfi, è in questo preciso istante che vi sta guardando come un ribelle a torso nudo e braghe di pelle sulla sua harley che attraversa il deserto, con il vento tra i capelli e l’occhio socchiuso da guerriero, che la salva dalla banda di motociclisti che la tiene prigioniera.

Siate signori, pagate il conto e accompagnatela a casa ma sappiate che se l’aspirante sommelier non vi invita a salire tanto vale che prendiate i voti. 

Non ditemi grazie.

Il talento è poca cosa ne non condiviso.

 




 
Foto credits: igiz.it



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